La Disciplina ed il Piacere



Lo so, ti viene difficile accettare la parole "disciplina". Questa parola ti spaventa.
Quando mi riferisco alla disciplina interiore, parlo di un insieme di "regole" organizzate in modo tale da facilitare la comprensione di se stessi. Sono regole basate sull'esperienza personale, ossia da mettere in pratica con la propria persona.

E' vero, la disciplina di cui ti parlo causa sofferenza, e ciò che le rende ancora più "spaventosa" è che questa sofferenza è volontaria. 

Purtroppo l'unico modo per "comprendere" una cosa è fare esperienza diretta della stessa.
Conoscere è totalmente diverso di comprendere, venire a conoscenza di qualcosa significa sapere che questa cosa esiste, come funziona, a cosa serve. Ma fare esperienza diretta è tutt'altro. 

Un esempio banale: Quando hai fame non è sufficiente osservare un tizio che mangia, oppure sapere che il cibo ti può placare la fame. Devi mangiare. Devi fare esperienza diretta.
Ti starai chiedendo, ma mangiare non è doloroso, è un'azione naturale. Perché seguire una disciplina che regoli il mio desiderio di cibarmi, limitando la mia libertà di scelta nel decidere come, cosa e quando mangiare, creando inutile sofferenza?

Secondo il mio punto di vista la risposta è questa: Quando decidi di fare qualcosa, in questo caso di mangiare, non sei sempre "tu" a decidere cosa mangiare e quanto mangiare. Tu sei convinto di essere unico, di essere un io definito, "immutabile", e per l'appunto quando parli con gli altri pronunci sempre il pronome IO, io sono, io faccio, io dico, io, io, io... Ma sei sicuro che sei davvero "tu" a decidere l'azione che stai per fare?

Ora, nel rispondere a questa ulteriore domanda non intendo mancare di rispetto a nessuno, ma qualcuno purtroppo si sentirà chiamato in causa.
Torniamo a parlare di cibo..

Prendiamo per esempio una persona che è affetta da una delle patologie più diffuse al mondo, causa di gravi problemi di salute: il diabete mellito.
Conosci qualcuno affetto da questa temibile patologia?
Beh, ne conosco parecchie, purtroppo.

Tengo a precisare questo: Non ho nessuna intenzione di generalizzare e tanto meno di colpevolizzare nessuno, in special modo chi soffre per motivi di salute. Nel rispetto TOTALE per il prossimo, cerco solo di creare i presupposti per far riflettere il lettore su come l'uomo comune agisce e reagisce ad un desiderio impellente, ad una tentazione che richiede un soddisfacimento immediato.

Si, è appunto di questo che sto parlando: soddisfacimento di desideri e impulsi
immediati "incontrollati".Perché incontrollato?

Quante persone affette da diabete mellito, continua a consumare nella sua dieta alimenti a lui "sconsigliati" come dolciumi vari e quantità eccessive di carboidrati? (per quantità eccessiva mi riferisco specificatamente alla dose in eccesso di alimento consumato, non alla negazione nel consumo di carboidrati).

Quando il medico consiglia una terapia, accompagnata da una corretta alimentazione,intende indicare una linea guida alimentare "disciplinata" dove è consigliabile ( in alcuni casi anche obbligatorio) evitare l'uso di questi alimenti a base di zuccheri aggiunti, a mio avviso superflui anche alle persone non affette da questa temibile patologia.

Come mai una persona affetta da questa patologia non riesce a controllare il desiderio impellente di dolci e caramelle sapendo che il loro consumo può danneggiare la sua salute?

L'uomo ordinario è schiavo del piacere. Lotta dalla nascita per avere il massimo piacere e la minima sofferenza. E' piacere-dipendente, ormai incapace di equilibrio, spinto sempre verso l'eccesso. Questo non solo in ambito alimentare, ma in qualsiasi cosa possa generare piacere fisico e psichico/emotivo.

Conosco persone affette da diabete mellito, che categoricamente, oltre ad assumere insulina, mangiano o caramelle, o cioccolatini, o merendine. Non in quantità esagerate sia chiaro, anche solo una di queste, solo per il "gusto" del piacere che ne deriva consumandoli. Ovviamente a queste persone è stato consigliato di non assumere ( o evitare) alimenti di questo tipo.
Sono davvero queste persone in piena consapevolezza di se stesse e del loro problema di salute a decidere di consumare questi prodotti, oppure sono spinte da qualcos'altro che le "offusca completamente la ragione" spingendole a procurarsi a qualsiasi costo piacere psichico, emotivo o fisico?

La disciplina non è una corda legata intorno al collo che ti tiene imprigionato alle sbarre strangolandoti se cerci di evadere.. La disciplina permette di ricordarti costantemente di te stesso.


Claudio

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